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L'attivazione comportamentale è uno degli interventi fondamentali della terapia cognitivo comportamentale per la depressione.
Durante un episodio depressivo, si riduce il piacere e l'interesse in molte attività.
Ad esempio, chi praticava uno sport o un'attività fisica, tende a non averne più voglia, e così può avvenire per il proprio lavoro, un hobby e persino nel coltivare alcune relazioni.
A causa del ridotto interesse, le persone tendono a ridurre anche il loro impegno in queste attività, fino ad annullarlo del tutto e ritirarsi in lunghe giornate solitarie a casa.
La riduzione di attività viene spesso vissuta come una colpevole conferma della propria inabilità, e questo sentimento approfondisce lo stato depressivo.
Si innesca un circolo vizioso in cui la depressione porta al ritiro, e il ritiro porta alla depressione.
Uno dei principi fondamentali della terapia cognitivo comportamentale è che non solo i nostri pensieri e le emozioni influenzano il comportamento, ma avviene anche il processo reciproco: il comportamento influenza i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Questo principio spiega il circolo vizioso della depressione-ritiro, ma è anche una buona notizia.
Se i comportamenti negativi influenzano negativamente l'umore, è vero anche l'opposto: i comportamenti positivi influenzano l'umore positivamente.
Per questa ragione da lungo tempo nella terapia cognitivo comportamentale della depressione viene adottato un training chiamato di attivazione che consiste nel pianificare alcune attività che prima davano piacere, del tutto indipendentemente dal piacere che suscitano al momento.
Un altro aspetto dell'attivazione comportamentale è l'interruzione di comportamenti che generano il circolo vizioso, come ad esempio il rimuginio.
Infine, una parte importante dell'attivazione comportamentale è dedicata alle relazioni. Durante il training la persona viene invitata a coltivare amicizie o altri rapporti con i quali si condividono interessi comuni.
Per procedere al training di attivazione è necessario individuare i comportamenti che generano il circolo vizioso e i comportamenti che potrebbero invertirlo per poi concordare con il paziente una pianificazione accettabile (non troppo intensa, ma neanche troppo leggera).
Gli studi clinici hanno dato ragione a questa teoria, in quanto le evidenze mostrano che il training di attivazione comportamentale aiuta in modo significativo la ricomparsa di sensazioni piacevoli, riduce la percezione inabile di se stessi, e dunque la riduzione dello stato depressivo.
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Psichiatra, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, e docente di terapie cognitive di terza generazione integrate con la mindfulness, fondatore dell'Istituto per la Applicazioni della Mindfulness alla psicoterapia e la medicina. Direttore scientifico dei Centri Anti Panico.